Intervista a davide di giuseppe

Guerra e questione morale sono i temi cruciali del romanzo che si è aggiudicato la menzione speciale al Premio Perelà 2014

 di Anna Petrazzuolo

 

Le ragioni di Giulio racconta un periodo buio della storia italiana così come è stato vissuto in un piccolo comune del Varesotto. In che modo si è documentato per dare un’ambientazione credibile alla vicenda?

Ho raccolto le testimonianze e i racconti di alcune persone che hanno vissuto quel tremendo periodo. La cosa sorprendente è che, quando ho iniziato a intervistarle, si è spalancato un mondo di ricordi che era rimasto sigillato per troppo tempo. Chi aveva vissuto sulla propria pelle quelle vicende drammatiche era come se non volesse scoperchiare un vaso di Pandora: evocare quelle esperienze avrebbe significato risvegliare i demoni imprigionati nella memoria e ridare loro sostanza attraverso il racconto.


Il libro si apre con la poesia Ogni caso di Wislawa Szymborska. Perché la scelta è caduta proprio su questi versi?

Qualche anno fa mi è capitato di assistere a una trasmissione in TV nella quale veniva presentata l’opera di questa magnifica poetessa. In particolare mi avevano colpito la potenza dei versi e la loro forza evocativa. Da qui la scelta di Ogni caso per il romanzo. In questa poesia mi sembra di cogliere il senso di fatalità che accompagna in qualche modo le grandi vicende umane, il caso, appunto, per cui alcuni si salvano e altri no, il senso di caducità e di fragilità della condizione umana. E poi, ci sono quegli ultimi due versi che trovo meravigliosi: Ascolta/come mi batte forte il tuo cuore. In queste parole è racchiuso forse il significato del libro, il motivo per cui Giulio, alla fine, si salva. Sarà banale dirlo ma il protagonista si salva grazie a sua moglie, all’amore di lei, all’amore per lei, al fatto che sono una sola cosa.


La fede negli ideali da una parte e l’opportunismo dall’altra: sembra che un tema centrale del suo romanzo sia quella che viene comunemente definita “questione morale”.

Certamente. Lungi da me l’intenzione di ridiscutere la Storia con la S maiuscola. Tuttavia, la questione morale, il problema della scelta, non ha toccato solo i grandi personaggi ma anche le persone comuni. Credo di poter dire che, da una parte e dall’altra, ci sono state persone di grande valore, così come sono stati compiuti gesti ignobili. In questi giorni sto presentando un libro documentario, scritto da Emilio Rossi, Voci dalla Seconda Guerra Mondiale, in cui vengono illustrate figure di grandissimo spessore. Sono persone che a un certo punto sono state travolte da un evento più grande di loro e hanno dovuto operare secondo giustizia. Hanno trascorso la vita nei luoghi in cui vivo anch’io, nel Varesotto, non sono certamente figure di spicco, ma la loro testimonianza rappresenta una guida e un monito per le generazioni future.


Nella figura del protagonista Giulio Leonardi vi è qualcosa di esemplare che vale anche per le generazioni del XXI secolo?

Credo proprio di sì, altrimenti non lo avrei raccontato. Giulio possiede una straordinaria nozione della morale e una netta visione etica, che si traducono di fatto nella previsione delle conseguenze del suo agire: ogni scelta, ogni azione ha un effetto, positivo o negativo, sulle persone che lo circondano. È il segreto neanche tanto nascosto dell’educazione. Qualunque cosa un adulto faccia, nel bene o nel male, sta educando. Per educare, bisogna essere di esempio. Non a caso Giulio Leonardi è maestro elementare. Il risultato del suo operare lo coglie negli occhi sia dei suoi figli sia dei suoi bambini a scuola.


L’apprezzamento più gratificante che ha ricevuto per questo libro.

A dire la verità sono due, entrambi molto semplici. Ma sono anche gli aspetti che più mi stavano a cuore. Il primo è che il libro si legge facilmente, è scorrevole e si ha voglia di continuare a leggere. Il secondo è che è una bella storia, che sa coinvolgere ed emozionare. Non avrei chiesto di più.


Grazie.

Grazie a Lei.

 

 

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