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Narrare non è per tutti. Non basta sapere scrivere e neppure avere una buona storia tra le mani. Per narrare, occorre un talento specifico, una virtù che talvolta si può manifestare tardivamente ma che è comunque una dote innata. O c'è o non c'è. In qualità di editor, lavoro sulla scrittura degli altri per tirarne fuori il meglio, per riconoscere il talento e affinarlo guidandolo negli snodi cruciali che la stesura di un testo comporta. Sorrido bonariamente ogni qualvolta mi trovo davanti a uno scrittore che, brandendo fiero il proprio manoscritto, è mosso da un unico pensiero: la pubblicazione. Quanta fretta di arrivare! Come se si trattasse di un traguardo facile. È vero, invece, il contrario. La scrittura richiede pause e sedimentazioni, riletture multiple e aggiustamenti. L'editor accompagna l'autore tra le insidie dei boschi narrativi (così li definisce Umberto Eco in un saggio che, se non lo avete ancora fatto, vi suggerisco di leggere) assumendo un compito simile a quello del coach: individua punti deboli, tic e altre imperfezioni, provoca e sprona, sostiene e incoraggia la coscienza critica. Chi accetta di intraprendere tale percorso, dopo si scoprirà maturato e più cosciente delle proprie peculiarità. Perché uno scrittore, specie se è alle prime armi, ha sempre tanto da imparare. Per richiedere informazioni sui nostri servizi di editing e consulenza editoriale, utilizzare l'apposito form.
Le nostre Arti Belle sono state istituite, e il loro tipo e il loro uso sono stati fissati in un’epoca ben distinta dalla nostra e da uomini il cui potere d’azione sulle cose era insignificante rispetto a quello di cui noi disponiamo. Ma lo stupefacente aumento dei nostri mezzi, la loro duttilità e la loro precisione, le idee e le abitudini che essi introducono garantiscono cambiamenti imminenti e molto profondi nell’antica industria del Bello. In tutte le arti si dà una parte fisica che non può più venir considerata e trattata come un tempo, e che non può più venir sottratta agli interventi della conoscenza e della potenza moderne. Né la materia né lo spazio, né il tempo non sono più, da vent’anni in qua, ciò che erano da sempre. C’è da aspettarsi che novità di una simile portata trasformino tutta la tecnica artistica, e che così agiscano sulla stessa invenzione, fino magari a modificare meravigliosamente la nozione stessa di Arte.»
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