Il gregario vince la prima edizione del Premio Perelà

Intervista all'autore Paolo Mascheri

 di Anna Petrazzuolo


Mentre parte la seconda edizione, il concorso aperto ai testi narrativi editi ha il suo primo vincitore: è Paolo Mascheri (nella foto) con il romanzo Il gregario (Minimum Fax).  In questa intervista ci racconta di sé e del suo mondo letterario. 

 

Chi è Paolo Mascheri?
Un uomo di trentuno anni, amante dei libri, degli alberi e dello sport. E soprattutto padre di una splendida bimba.

Quali sono le letture che hanno segnato la sua formazione?
Carver, Bukowski, Gutierrez, Coetzee, McEwan, Cunningham, Szabò, Houellebecq, Yates, Philip Roth, Yourcenar, Kertesz, Munro, Hemingway, Fante, Yehoshua, Cormac McCarthy, ecc...

Cos’è per lei la letteratura?
Un rimedio, un anestetico, un antidoto.

Quando ha realizzato che la scrittura sarebbe stata per lei una strada da percorrere?
Ho vissuto sempre in case piene di libri, i miei genitori mi hanno sempre stimolato allo studio e alla lettura. Questi fattori hanno influito in maniera determinante. Come ha influito in maniera determinante il trovarmi a fare una facoltà scientifica. Proprio durante gli studi universitari, per reazione alla studio apparentemente freddo di materie scientifiche, ho cominciato a rifugiarmi nei racconti di Carver e Bukowski, Fante e Thom Jones e poi piano piano a scrivere...

Perché un romanzo sul rapporto tra padre e figlio?
Tutti i romanzi che più ho amato parlano di famiglia o rapporti coniugali o genitori-figli. Forse, come diceva Yates, non c'è nient’altro di cui parlare in fondo. Io stesso come persona sono molto legato alla famiglia quindi è stato inevitabile.

Il libro inizia ex abrupto con la descrizione del protagonista, un ventottenne al quale sembra non mancare nulla, tranne il nome: quali sono le ragioni narrative di questa omissione?
Il gregarius miles, il soldato semplice muore anonimo sul campo di battaglia. Non ha nome. Ma è ognuno di noi. Un everyman.

La storia è ambientata nella provincia toscana ma si ha l’impressione che la caratterizzazione geografica sia in questo caso un puro accidente.
Ho dovuto spogliare la Toscana della sua bellezza e della sua unicità per renderla uno sfondo essenziale e anonimo: affinché i personaggi fossero ancora più in rilievo.

Il suo è uno stile asciutto che non concede divagazioni retoriche: una questione di realismo?
Sì. E anche una questione di autorità. Da lettore, se mi trovo davanti a una prosa debordante e compiaciuta, sento che lo scrittore perde di autorità e il più delle volte abbandono.

L’apprezzamento più gratificante che hanno fatto al suo romanzo.
Un paio di mail private arrivate da due lettori: le custodisco come due tesori.

Com’è approdato alla Minimum Fax?
Tramite il mio agente, Marco Nardini.

Un consiglio ai giovani scrittori.
Un consiglio che do sempre a me stesso: non avere l’ansia da pubblicazione o da recensione.

 

Clicca qui per leggere le prime pagine de Il gregario.

 

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